ESCURSIONE SEZIONALE 2011 - MONTE ZERMULA

Data: 
10.09.2011
Luogo: 
Cason di Lanza-Monte Zermula (UD)

2011- ESCURSIONE AL MONTE ZERMULA

 “Siamo tutti pronti? allora andiamo”. Cosi il capogita Renato Battiston ha dato il via all’ escursione sul monte Zermula, organizzata dalla Sezione di Pordenone, il 10 settembre scorso.
Trentaquattro i partecipanti che hanno piacevolmente camminato insieme in una splendida giornata di sole in un’area di montagna particolarmente affascinante per le cime (Creta d’Aip, Monte Cavallo di Pontebba, Zuc della Guardia, Monte Pizzul, Zermula) che circondano gli estesi Piani di Cason di Lanza ma anche conosciuta come uno dei tanti teatri della “Grande Guerra” che ha visto tra i suoi protagonisti il corpo degli alpini e a testimonianza della loro permanenza lassù sono visibili numerosi resti di opere militari.
Dal parcheggio, adiacente alla malga “Cason di Lanza”, il gruppo si è mosso verso la ex casermetta della guardia di finanza, percorrendo un sentiero che l’avrebbe portato prima alla Forca di Lanza (1831 m.) e successivamente in vetta allo Zermula (2143 m.) ma per otto di loro la gita è stata ancor più emozionante perché hanno raggiunto la medesima cima percorrendo la via ferrata lungo il versante Nord della montagna.
Qualcuno del gruppetto era alla prima esperienza in questo modo di fare escursionismo e nonostante lo stato d’animo, man mano che ci si avvicinavamo al punto di attacco della via “attrezzata”,  lasciasse trasparire una certa apprensione, il grande entusiasmo superava la paura di non farcela e consentiva di superare facilmente anche quelle placche di roccia grigia, quasi verticali, che il percorso prevedeva.
Durante la salita, sebbene ognuno fosse equipaggiato con kit di sicurezza, tutti erano tesi e concentrati sulle manovre di autoassicurazione, su come mettere i piedi o su dove potersi aggrappare per progredire; nessuno parlava, il silenzio era rotto solo dai “click – clack “ dei moschettoni nell’aggancio al cavo di sicurezza o da qualche consiglio tecnico dato da parte dei più esperti in fatto di ferrate.
Man mano che si saliva, nonostante l’inquietudine che, normalmente, il vuoto provoca, la tensione iniziale andava riducendosi visibilmente, permettendo il diffondersi di una certa tranquillità e, verso la fine del percorso, anche qualche battuta scherzosa da parte dei partecipanti.
Dopo un’ora e mezza la via è stata completata e, sorpresa, in cresta abbiamo ritrovato il grosso del gruppo che nel frattempo aveva completato il sentiero delle trincee lungo la cresta Est e si accingeva a raggiungere la vicina cima. Così siamo partiti insieme e insieme abbiamo percorso gli ultimi metri di sentiero verso la croce di vetta dello Zermula.
Sulla cima tutti i partecipanti si sono scambiati calorose strette di mano e complimenti per aver, ciascuno, superato brillantemente la fatica della salita e, subito dopo, “mitragliamento” fotografico sui panorami e sullo spettacolo naturale che la luminosa giornata ci permetteva di vedere.
Ecco il Sernio, la Grauzaria, il Tersadia e in lontananza il Coglians e il Canin  e poi il  gruppo del Montasio e quello dello Jof Fuart con il loro inconfondibile profilo.
Nel frattempo nell’aria si andava diffondendo un dolce profumo di caffè: qualcuno aveva portato una grande Moka, il fornello e quanto è necessario per prepararlo. Il caffè “battezzato” con grappa si coniugava perfettamente con la fresca brezza che spirava da nord. Poi, com’è consuetudine, sono comparsi pane, salame e formaggio in quantità tale da poter soddisfare un battaglione di alpini.
Prima di iniziare la discesa, dopo il “rito” delle foto di gruppo, all’ombra di un grande tricolore realizzato con i fumogeni, un pensiero è stato rivolto a quanti hanno combattuto tra quelle montagne o sono deceduti nell’adempimento del loro dovere.
Durante la recita della Preghiera dell’Alpino la natura ha voluto regalarci un’altra meravigliosa sorpresa: tre aquile reali (o grifoni) sono apparse all’orizzonte, si sono fatte ammirare a lungo, volteggiando sopra di noi per poi allontanarsi lentamente verso Paularo.
Poi anche noi abbiamo iniziato a scendere.
Come da programma la camminata è terminata alle 12,30 a malga Cason di Lanza dove, con “i piedi sotto la tavola più che imbandita”, la “festa” è continuata fino al tardo pomeriggio.
Una giornata che va ricordata per gli innumerevoli momenti piacevoli trascorsi in amicizia e in cordiale allegria. Ricordi indelebili che inducono ad aspettare con impazienza la prossima gita.
Un plauso, infine, a quanti si sono adoperati per la buona riuscita di questa bella impresa.

Lucacci Giovanni

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