ESCURSIONE SEZIONALE 2010 - CIMA VILDIVER (DUE PIZZI)

Data: 
11.09.2010
Luogo: 
Plan Spadovai - Val Dogna (UD)

2010 - ESCURSIONE SEZIONALE IN VAL DOGNA
L’ULTIMO SCRIGNO DELLE ALPI GIULIE CUSTODE DI UN ALPINO SPECIALE

Gli Alpini di Pordenone hanno voluto, quest’anno, rendere omaggio ad una delle vallate che hanno mantenuto, quasi intatta, quella bellezza selvaggia che contraddistingue le nostre montagne più orientali. La scelta è ricaduta sull’ascensione alla Cima Vildiver (mt. 2008), meglio conosciuta con il nome di Monte Due Pizzi.
Anche storicamente la zona racchiude un particolare significato in quanto essa è stata teatro, comprendendo l’attigua Forchia di Cjanalot e le Tane dell’Orso, delle imprese degli Alpini del Battaglione Gemona. Tenente L. Turco, Sergente L. Nicoloso, Capitano Sansoni, Tenente A. Bernardinis. Questi i nomi dei più significativi eroi, che permisero, tra il maggio e il luglio del 1915, la conquista di queste posizioni strategiche. Con buon tempismo, dalla base di partenza di Plan Spadovai, ci siamo messi in marcia prima delle ore 8 e a discapito di un diffuso timore, i 900 e rotti metri di dislivello si sono rivelati, si impegnativi, ma affrontati e superati da tutti con grande dinamicità ed energia.
D’altra parte, oltre alla bellissima giornata di sole, a valle eravamo attesi da un servizio di rancio alpino di prim’ordine, dalla fanfara della sezione di Udine, dal Presidente Nazionale Perona tuffi li per noi? Senza nulla togliere alla grande Alpinità dimostrata dagli escursionisti... per noi proprio no!
Ma tutta la festa era stata organizzata per un nostro amico, per un Alpino, per il vincitore del Premio Nazionale 2010 di Fedeltà alla Montagna: Giovanni Compassi.
Ecco che allora, come si evince dal titolo, questa nostra escursione ha avuto anche lo scopo di rendere un giusto tributo a questo Alpino Speciale:
“Con tenacia e non comune forza d’animo, reagendo al danno irreparabile causato da un’alluvione alla sua precedente attività, l’alpino Giovanni Compassi, del Gruppo di Chiusaforte, sezione di Udine, ha saputo crearsi una nuova attività imprenditoriale ed ha realizzato una locanda recuperando i ruderi di una caserma risalente al primo confitto mondiale. Coadiuvato dall’intero nucleo familiare, oltre che la normale attività di ristorazione, cura anche la necessaria manutenzione e bonifica del territorio, che affronta con lavoro costante ed efficace. La sua scelta di vita ed il suo impegno, coerenti con l’attaccamento alle proprie radici, con il culto della memoria ed una pragmatica capacità di vivere il presente, si collocano perfettamente nella migliore tradizione dello spirito alpino.”
La zona è pacificamente invasa da oltre 500 alpini e Giovanni è impegnato in tutta una serie di manifestazioni che lo vedono protagonista. Solo a tarda sera lo possiamo finalmente salutare quando rientra nella sua balta: la vita “mondana” non è proprio la sua specialità e noi volentieri gli dedichiamo qualche rilassante canta. All’indomani, questa “scorta” di Alpini pordenonesi accompagna a valle il premiato, schierandosi poi, nell’ammassamento nella caserma Zucchi di Chiusaforte, con il Vessillo sezionale scortato dal consigliere Merlin Ilario. La giornata prosegue con un crescendo di momenti solenni ed emozionanti tra cui spiccano la sfilata aperta dal Labaro Nazionale ANA, la Messa concelebrata da Mons. Brollo emerito Vescovo di Udine e tutti i discorsi ufficiali che appassionano i presenti. Alla fine sale sul palco il premiato che con la semplice dignità di uomo Alpino e montanaro, strappa l’applauso più lungo e più bello.
Alpino Macuz Roberto

11 SETTEMBRE 2010 - ESCURSIONE SEZIONALE.
CAFFÈ IN QUOTA: CIMA VILDIVER AI DUE PIZZI QUOTA 2008

Adunata di buon mattino come si addice a buon Alpino. Ore 5,30, buio, Cantina di Casarsa. Rapidi saluti e veloce controllo dei baldi e non più giovani Alpini che hanno deciso di partecipare alla conquista della cima Vildiver ai Due Pizzi quota 2008, Alta Val Dogna. Partenza veloce, tappa caffè a Carnia, arrivo a Plan dei Spadovai, Cappello Alpino in testa (segno tangibile delle fatiche e gioie dei mesi di “naia”), zaino in spalla, bastoni fra le mani foto di gruppo e via: la comitiva parte, sollecitata anche dall’aria oltremodo frizzante, a testa bassa allegra e ciarliera. L’impegno è notevole da parte di tutti, il chiacchiericcio cala il silenzio diventa quasi assoluto man mano che la pendenza del sentiero aumenta la fila si allunga. Forcella Cjanalot (quota 1830) è in vista sempre ferma ed immobile lassù. Ricovero Bernardinis (quota 1907): zaino a terra è arrivato il momento della tanto desiderata e reclamata sosta, finora nessuno ha tirata l’ala. Partenza verso la cima 100 metri di quota ci separano dalla vetta. Il sentiero è faticoso, si da fondo alle ultime energie, la vetta alle ore 10,15 è raggiunta. Strette di mano complimenti reciproci e .. mano alle risorse idriche (vinose e non) e solide. Nell’attesa della discesa si evidenzia prepotente lo spirito dell’Alpino: volere e potere, la sua capacità organizzativa, la sua generosità ed altruismo, viene offerta a tutti in regolamentare tazzina igienica un bollente e profumato caffè appena versato da una grande caffettiera “Moka” accompagnato da relativa correzione aromatica. Stupore fra tutti. Il caffè, in quota, viene offerta dalla caffetteria dell’Alpino Flavio di Villotta-Basedo. Il genio dell’Alpino anche sta volta ha colpito. Levatacce, fatiche, il peso dello zaino degli anni e degli acciacchi, i dislivelli, la sete, restano praticamente sempre gli stessi di quando giovani eravamo degli “sbufferati”.

Sergio De Monte

 


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